Si puo’ combattere anche con il sorriso, spesso e’ piu’ efficace … 😉😉😉
Mese: aprile 2017
Carrozzabile, il sottosegretario Ferri loda l’iniziativa. 30 aprile 2017 – Attualità Carrara
“Anche la seconda edizione di CarroZzabile e’ stato un grande successo e desidero rallegrarmi con Nicola Codega e tutti gli organizzatori per l’impegno profuso nella realizzazione di questo importante evento e per l’entusiasmo che hanno trasmesso a tutti. Davvero bravi! Purtroppo sono arrivato quando il tragitto era stato percorso, ma vedere così tanta gente mi ha riempito il cuore. Un grazie speciale a Francesco Gabbani per il tempo che ha dedicato a tutti i presenti, alla sua Carrara, per la sua semplicità e per la sua musica che ha reso la manifestazione ancora più significativa, regalando un messaggio di speranza, di amore e di fiducia. Queste sono occasioni che consentono di tenere alta l’attenzione sul tema dei diritti e dell’accessibilità. Non devono esistere barriere, sono stati compiuti significativi passi in avanti sul tema dell’accessibilità, ma abbiamo il dovere di garantire la possibilità per le persone con problemi di disabilità, di accedere a servizi, strutture, ambienti, luoghi di lavoro, trasporti, oltre che ai sistemi e alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Garantire l’accessibilità significa, infatti, tutelare i diritti di tutti i cittadini, la loro autonomia, la loro indipendenza e la libertà di compiere le proprie scelte. L’accessibilità quindi non si riferisce solo alle persone diversamente abili , ma è una risorsa per tutti i cittadini, che può migliorare lo stile di vita dell’intera collettività. A fronte del complesso quadro normativo attuale si rende necessaria l’adozione di provvedimento legislativo che garantisca regole e orientamenti volti a riordinare e completare in maniera coerente e organica l’intera disciplina in materia, che attualmente è frammentata in numerose disposizioni normative. Occorre introdurre, anche sul piano socio-culturale, un concetto di Accessibi lità più ampio, non esclusivamente legato alle barriere architettoniche degli edifici, ma esteso a qualunque ostacolo tale da comprimere il pieno sviluppo del persona colpita da forme di disabilità (motoria, intellettiva o sensoriale, permanente o temporanea), in linea con l’obiettivo dell’Universal Design.”. Cosimo Maria Ferri sottosegretario Ministero della Giustizia.
Mi piace e ritengo sempre utile aggiornarVi, non solo sulla mia esperienza personale ma anche su eventi o notizie nuove sul tema dell’Accessibilità, in generale.
Credo inoltre nella vera e propria utilità di iniziative di sensibilizzazione, come CarroZzabile, Scarrozzata tenutasi a Carrara, manifestazioni che in molti dei Comuni italiani potrebbero, se organizzate, dare un maggior input all’attenzione e alla sensibilità di TUTTI i cittadini verso il prossimo loro; Attenzione e Rispetto, non solo nei confronti delle persone diversamente abili (ribadisco), ma nei confronti di tutti i cittadini, in quanto le situazioni fisiche e psichiche mutano, sempre e comunque.
Ringraziando tutti, concludo questo articolo; auguro ai miei lettori di trascorrere una serena Festività del 1 Maggio!
Andrea Mucci (A.M)
Barriere architettoniche, Croce attacca: “Verona non è una città a misura di disabile”
Rapallo: “Un ticket ai bus per eliminare le barriere” – Levante News
A Torino: senza barriere!
Trascorrendo un week-end nel capoluogo piemontese, per osservare le sue bellezze ho potuto vedere e testare l’accessibilità della citta’ di Torino nel percorrere corsi e piazze con il mio Triride.
Alla fine di ogni marciapiede c’e’ sempre uno scivolo per scendere in strada.
Le piazze sono bellissime e grandi: percorribili a 360 gradi e soprattutto accessibili, ricche di meravigliosi monumenti e statue, comprese le residenze reali poco fuori citta’ (Venaria con l’elegante Reggia, Stupinigi con il Casino di Caccia), …
L’accessibilità di Torino ben si vede anche dalle entrate ai luoghi di culto (Chiesa della Madonna della Consolata – con rampa all’accesso)
Torino: citta’ Accessibile, Vivibile e a Misura d’uomo!
Barriere architettoniche: quali regole?
Le barriere architettoniche diventano ostacoli e quindi vanno abbattute quando impediscono la partecipazione dell’individuo ad attività sociali, di lavoro, culturali, scolastiche e formative. Negli edifici pubblici sono interessati all’abbattimento delle barriere architettoniche le seguenti strutture: scale, rampe, percorsi pedonali, parcheggi, accessi, piattaforma di distribuzione, corridoi e passaggi, pavimenti, porte, locali igienici, ascensori, apparecchi elettrici di comando e di segnalazione.
Tutti gli edifici pubblici (compresi i mezzi di trasporto pubblico) progettati, costruiti o ristrutturati dopo il 28 febbraio 1986 devono essere privi di barriere architettoniche. Le definizioni tecniche che caratterizzano l’abbattimento delle barriere architettoniche sono le seguenti:
L’ accessibilità, ovvero la possibilità per persone con ridotta capacità motoria o sensoriale di raggiungere un edificio e di fruire gli spazi in condizioni di adeguata sicurezza ed autonomia.
La visitabilità, ovvero la possibilità di accedere agli spazi di relazione cioè dove si svolgono le attività ed almeno ad un servizio igienico.
L’adattabilità, ovvero la possibilità di rendere accessibile, nel tempo e a costi limitati uno spazio costruito.
Open rampette: cittadini, negozianti e maker per l’accessibilità di negozi, bar e ristoranti – Disabili.com
Accessibilità: i giardini Baltimora alla portata di tutti
Ascoltiamo il cuore …
Gli uomini comuni credono di non poter far nulla per migliorare il mondo.
Il cambiamento di mentalita’ comincia dai piccoli gesti quotidiani: impedire che si affermi il male, avere attenzione per il prossimo, la terra e tutte le creature che la abitano e’ il modo migliore per salvare il mondo dall’indifferenza.
Auguri di una Serena Pasqua a tutti voi!
Parcheggia nel posto dei disabili, condannato per violenza privata
Per la prima volta la Corte di Cassazione riconosce il reato penale. La vittoria di una donna palermitana dopo otto anni di processo
di MARIA ELENA VINCENZI
13 aprile 2017
Parcheggio per portatori di handicap
ROMA. Aveva lasciato la sua macchina parcheggiata in un posto riservato ai disabili per circa 16 ore. Adesso, a distanza di otto anni, è stato condannato in via definitiva a quattro mesi di carcere. L’accusa? Violenza privata. Parcheggiare nello spazio per i portatori di handicap è un reato penale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, chiamata a decidere sulla vicenda di due cittadini palermitani. Lui, Mario Milano, l’automobilista irrispettoso di 63 anni; lei, la donna che lo ha querelato, Giuseppina, una disabile di 49 anni, che aveva un parcheggio sotto casa assegnato nominalmente. Non era un posto disabili generico, era proprio il suo, con il suo numero di targa. La vicenda, sulla quale la quinta sezione penale della Suprema Corte ha messo la parola fine, era iniziata nel maggio del 2009. Una mattina la donna, rientrando a casa con un’amica, aveva trovato il suo posto occupato. Erano circa le 10.30. Giuseppina era stanca — ha problemi fisici gravi — non vedeva l’ora di riposare un po’. Peccato che il posto riservato alla sua auto fosse occupato. È iniziata così la trafila che i disabili conoscono fin troppo bene: diverse chiamate alla polizia municipale che, però, non poteva intervenire perché, questa la risposta che le fu data, «tutti gli agenti erano impegnati in una riunione con il comandante». Passano ore. La donna, ormai fisicamente provata, va dai carabinieri di zona. Nemmeno loro possono fare granché se non inoltrare la richiesta ai vigili. Insomma una giornata nera che si conclude solo alle 2.30 del mattino, quando la macchina viene finalmente caricata sul carroattrezzi e portata via. Giuseppina se la prende. Quel disinteresse offende lei, la sua malattia e la civiltà. E così decide di querelare il proprietario della macchina. Chissà che magari la sua esperienza non possa servire da lezione. È l’inizio di un lunghissimo iter processuale. L’uomo prova a difendersi dicendo che la macchina era sì intestata a lui, ma che in quei giorni la stava utilizzando suo figlio. La sua versione però non convince i magistrati: non c’è prova che l’auto sia stata parcheggiata nel posto di Giuseppina da suo figlio o da sua nuora. In primo grado, il 63enne viene condannato a quattro mesi dal giudice monocratico di Palermo. Sentenza che viene confermata in appello. Milano non si arrende e decide di ricorrere per Cassazione. Anche a piazza Cavour ribadisce le stesse giustificazioni: non può essere condannato perché non è stato lui a parcheggiare lì. Niente da fare. Gli ermellini confermano: 4 mesi per violenza privata. È la prima volta che accade. E la sentenza è destinata a fare scuola e, magari, a insegnare qualcosa ai cittadini: perché da oggi, parcheggiare sulle strisce gialle riservate nominalmente a un disabile non
è più solo un’infrazione del Codice della strada, dalla quale si esce con una multa (per quanto salata). Ma può costare una condanna penale per violenza privata con tanto di risarcimento alla parte offesa. In questo caso 5mila euro più tutte le spese processuali.
No barriere …
#Acessibileèmeglio
Senza barriere si creano città più vivibili!
Oltre l’ostacolo!
Parcheggi “selvaggi” …
E dato che non puoi “passarci sopra” sei costretto ad aspettare il proprietario … (su uno scivolo sulle strisce pedonali).
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.