Tante quelle a Firenze che reclamano la rimozione per una città moderna e vivibile
La nostra città, apprezzata nel mondo per le bellezze naturali, la storia, l’arte, deve fare ancora molta strada sui temi della sostenibilità, accessibilità e abbattimento barriere architettoniche, nonostante il premio ‘Città accessibile 2021’ della Commissione Europea. Nel nostro Paese, infatti, non abbiamo ancora fatto propria una cultura dell’accessibilità, prioritaria in quanto legata alla cessazione di quotidiane violazioni alla nostra Costituzione, che garantisce a tutti i cittadini la pari dignità sociale e uguaglianza, la rimozione di ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e il diritto per tutti di libera circolazione.
A Firenze – come in tante città italiane – molte sono ancora le problematiche su questo tema e non solo per vincoli dovuti all’antica origine. Nonostante gli sforzi dell’amministrazione, non c’è ancora una pratica consolidata di pronta eliminazione delle barriere che, quando rilevate, devono essere abbattute di certo oggi, e non domani. Uno scivolo ad un marciapiede – la cui mancanza è la barriera più ricorrente, insormontabile e insidiosa – richiede poco lavoro, ma attualmente le procedure sono inaccettabilmente lunghe.
Purtroppo ancora oggi permane una burocrazia che in Italia uccide i diritti e non è d’esempio per cittadini a volte privi di senso civico: pensiamo alle soste selvagge…
Camminando per la città è facile notare l’assenza – non rara – di scivoli sui marciapiedi antistanti le strisce zebrate. In alcuni casi, poi, lo scivolo è solo da un lato della strada, di conseguenza chi è in carrozzina, giunto al lato opposto, non sale e resta pericolosamente sulla carreggiata. Dobbiamo quindi riconoscere che ancora nel 2022 nelle nostre città un lavoro semplice come fare “l’invito” ad un marciapiede è un’impresa problematica.

Se poi ci inoltriamo nelle più importanti strade commerciali – ad esempio via Gioberti – o nel centro storico ci accorgiamo che in moltissimi negozi l’accesso presenta uno scalino che non a tutti consente l’ingresso.
Da domandarsi è poi quando in città avremo tutti i monumenti e le chiese accessibili. Se finalmente è praticabile per tutti il loggiato della S.S. Annunziata per entrare in chiesa o dirigersi in piazza San Marco, in quest’ultima non entrerà nella basilica chi si muove in carrozzina. Ancora a Firenze abbiamo musei ed edifici pubblici non accessibili a tutti.
Nel nostro territorio sono poi presenti opere che non permettono a tutti la fruizione: esempio è il sottopasso ferroviario del cavalcavia di Piazza Alberti.
Altro grosso tema è quello della manutenzione stradale: in particolare nel centro le buche nel ciottolato costituiscono un pericolo anche per le ruote di un ausilio e non solo in piazza Brunelleschi.
Chiara è poi la rarità di semafori ‘intelligenti‘.
Ben insegnano soprattutto le città del nord Europa a progettisti, tecnici e politici quelle urbanistiche che rendono le città non discriminanti e concretamente sostenibili.

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Andrea Mucci
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